Still life
Natura morta
La vita ferma
Come in una foto
Immobile
Come nel riposo eterno
Come nell'eterno riposo.
I morti sono morti
I funerali sono per i vivi.
Ridare dignità alla vita dei morti nell'ultimo atto, affinché non muoiano soli e qualcuno possa testimoniare il loro essere stati vivi e quindi il loro essere morti: è questo il lavoro di ufficio, per ventidue anni, di John May.
May condivide con il Signor José di Saramago in 'Tutti i nomi' la ricerca pedissequa, zelante e chirurgica delle identità che rischiano di essere perdute per sempre ma allo stesso tempo se ne allontana perché il suo cercare è un atto di generosità e non di appagamento egoistico, come per l'impiegato di Saramago.
Per John May, è importante che, alla fine, qualcuno ci riconosca perché tutto abbia il suo senso e la sua definizione.
Lo stesso May, però, ironia della sorte, fa del suo lavoro la sua vita, una vita precisa, ordinata e metodica, una non vita, senza imprevisti, senza scosse, senza cambi di rotta o di abito. Poi, un glitch nel suo sistema preciso cambierà le carte in gioco e si ritroverà a dover morire proprio quando stava iniziando a vivere davvero. Come a dire che la vita non è una questione di tempo o durata ma di pienezza di senso.
La natura morta è il tempo sospeso del 'subito dopo', è una natura ferma solo in apparenza perché (fortunatamente!) il tempo scorre a prescindere e in una sola direzione e lascia segni, lascia vuoti, lascia tracce laddove le presenze sono state importanti.
Ed è vero che i morti sono morti e il ricordo è una responsabilità dei vivi.
Still life è un gioiellino. Eddie Marsan è la gemma preziosa.
@tipu curate
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